giovedì 15 dicembre 2011

EROS

- Lascia stare la fantasia, Catullo. - disse il Guardone, inusualmente conciliante. - Non andare mai oltre gli angusti limiti del tuo intelletto, osserva per bene e prendi con giustezza le tue acute precauzioni se vuoi arrivare almeno a domani mattina. Te con te stesso, e nessun'altro. 
- Addirittura? - disse Catullo.
- Sì, perché non credere che domani mattina sia così vicino, può volerci anche una eternità per arrivarci. - fece il Guardone. 
- Betty ti dà le traveggole a quanto pare.
- Beh, anche questo è vero. - ammise a malincuore il Guardone. 
- Voi tutti pensate che siete necessari. - disse a sorpresa Betty. - Ma forse sono solo io che sono necessaria a tutti voi. Eros ci sovrasta a tutti, lo vogliamo o no, ma la differenza è che se io mi guardo in uno specchio lo vedo in me stessa Eros, ecco allora che io ho da correre poco mentre voi moltissimo. E tu, malandrino, cosa credi di valere ancora se in tasca ti porti una pistola?
Il Guardone trasalì, scoperto.
- Me la porto, ma per i maleintenzionati mica per te. - si scusò come un ragazzino sorpreso con le mani nella marmellata.
- Tu sei un bambino, caro. - disse allora Betty. - Tu hai bisogno della pistola perchè sei un incosciente.
- Beh, dopotutto siamo in America qui mica nel paese delle favole antiche. - disse il Guardone.
- Insomma - disse allora Catullo, prendendosi un bicchierino di whisky da Maria la Pazza. - Io penso che qui sta per succedere qualcosa di grosso. Ci sono un filosofo, una dea, una ostessa pazza, un'attrice ubriaca e la nazione più ricca del mondo. Non sono un indovino, ma se in un punto si concentrano delle forze inaudite prima o poi scoppia un patatrac. Cane non mangia cane ma qualcuno deve pur mangiare se vuole tirare a campare. Se qui c'è Eros c'è pure l'odio, e di quello esplosivo pure. Non c'è giocarci troppo sopra.
GD ANGELILLO

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