- Chiudi la porta, Catullo. - disse Betty.
- E come faccio? Aspettiamo gli spaghetti cinesi e quel matto del tuo ultimo spasimante è là sotto sulla strada che spara bestemmie al cielo da far spavento. Come ce la possiamo cavare? E', come si suol dire, una trigonometria di cazzate assurde. Ma non c'è molto da disperarsi. Ci facciamo un cuore di pietra e ritentiamo con un'altra vita. Chissà che non l'imbrocchiamo questa volta...
I mobili, il fumo delle sigarette, le sedie, tutto sembrava fluttuare nell'aria come in uno scherzo da circo equestre. Guardando con noncuranza nello specchio della porta Catullo vide strani fantasmi neri che si muovevano con tranquillità. Un uomo urlò dalla strada con una potenza disumana. Voleva strovigliare il mondo intero a quanto pareva.
- E' un gran bel disperato se riesce a urlare in questo modo osceno. - disse Catullo, fermo per un attimo per il forte spavento. - Il padrone di casa ci butterà fuori per strada anche a noi se continua così.
- Vuole tirare a cazzotti perfino con Dio. - disse Betty, con una smorfia di disgusto, e anche con quella insolita espressione era stupenda. - Ha avuto sempre voglia di rimproverare qualcuno più in alto di lui. E' la sua speciale forma di pazzia.
- E che vada a curarsi in un bel manicomio allora. - disse Catullo.
- Chiudi la porta ora, te ne prego. - disse Betty.
- Hai paura? La porta aperta scaccia l'angoscia, fidati. Tanto non avrà mai il coraggio di salire su. Il cervello gli è diventato d'acqua ormai. Non se ne farà più niente di se stesso. Se si guardasse allo specchio ora non si riconoscerebbe per niente.
- E' solo un disgraziato che ora sta avendo il fatto suo. E' solo un figlio di cane. Ma ora chiudi la porta, cazzo. E vieni a letto. - disse Betty, con fare perentorio.
- E' caduto per terra ora. - disse Catullo, che sbirciava ogni tanto dalla finestra. - Ora qualcuno chiamerà la polizia.
- Spegni la luce. - disse Betty.
Catullo finalmente chiuse la porta a doppia mandata, spense la luce e andò a letto.
Nel buio Betty rideva.
Gli spaghetti cinesi tardavano ad arrivare come al solito.
GD ANGELILLO
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