martedì 27 dicembre 2011

OPINIONI DI UNO PSICHIATRA

acquarello di SOLDATO ROCK
- Ma ti vorrei fare una domanda, Dottore.
- Dimmi pure.
- Ma tu cosa ne pensi degli schiavi?
- Semplicemente niente.
- Come?
- Sul serio. Gli schiavi ambiscono a un nulla che essi stessi sono, e la loro via è semplicemente il sesso. O almeno ciò che loro sognano come sesso. E' una fantasia malata.
- Un pò misera come diagnosi.
- Cosa vuoi, cara, pensi davvero che la psichiatria sia una scienza esatta?
- Beh... Sì...
- Ti sbagli, cara.
Betty allora pensò: "A questo mondo bisogna infischiarsene un pò di tutti. Specialmente delle persone più importanti".
Anche il Dottore aveva una fantasia sconcia in testa ma non la confessava a nessuno, tranne che alla sua prostituta personale, che d'altronde ignorava che era uno psichiatra.
- Come fai, Dottore, a sapere che gli schiavi cercano il nulla che essi stessi sono?
- Me lo dicono loro stessi. - disse il Dottore, e fece un ghigno molto intelligente.
GD ANGELILLO

LA PADRONA

Si cuoceva un pò tutti nel brodo primordiale della propria stessa lussuria. Ma tutti invece che erano preoccupati della propria cartolina di circolazione. Ognuno un ambulatorio di chiacchere malate. Ogni serata a passare in rivista la realtà con le parlantine matte degli altri.
Betty fece 1124 fotografie quella mattina e era rimasta sempre lei. Qualcuno le fece la proposta di diventare la padrona  dell'indifferenza di tutti e di scambiare ipotesi per conclusioni. Di metter su finalmente il manicomio degli schiavi, con angeli e carcerieri annessi.
- Ma sono davvero tutti così fuori di testa, caro? - chiese Betty Page.
- Anche peggio. - disse il Dottore. - E tu?
- Io sto abbastanza bene, grazie. - disse Betty.
- E allora puoi fare benissimo la padrona dei malati di testa. - disse il Dottore.
- E in che consiste questo essere la padrona?
- Niente. Li devi solo frustare sul didietro ogni tanto e umiliarli e dir loro tutto il peggio che si possa dire.
- Tutto qui?
- Tutto qui. - disse il Dottore e si fece una gran bella ghignata.
- E come si chiama questa malattia?
- Follia.
- Ma si può guarire?
- Non dovrei dirlo perchè sono un dottore: ma praticamente no.
GD ANGELILLO

TU MI TURBI

Il monaco zen gli aveva procurato un terremoto nella sua coscienza.
L'Avvocato se ne rimase per molto tempo a pesare le sue parole poi disse d'impeto:
- Tu mi turbi.
- In che senso? - chiese Betty.
- In tutti i sensi. - disse lui.
Ma lei evitò con cura di portare a conclusione l'argomento. Si sistemò meglio a gambe accavallate sulla poltrona e si mise a vagare nei vicoli dei suoi film a tirare sommatorie che non portavano da nessuna parte. La sua semplice sicurezza era sempre e soltanto la sua bellezza.
Quando finalmente se ne uscì dai suoi ripensamenti si vide che giocavano a biliardo con lei, a poker, a scommesse d'azzardo.
L'Avvocato se ne stava sempre lì in sua adorazione. Ogni tanto beveva solo dal suo bicchiere di whisky.
Betty si rilassò e cominciò a pensare di aver sonno. Vide un fiume impetuoso che avanzava terribile verso di lei, il rumore spietato del suo passato, la presenza delle bestie che erano sempre a caccia di lei. Trasalì a vedersi ferma davanti al fotografo. Respirò profondo e si guardò la mano: impugnava un grosso revolver pronto a sparare in tutte le direzioni.
GD ANGELILLO

PRIMA ATTRICE D'AMERICA

Betty si sentì meglio appena andarono tutti via e spensero le luci. La musica era stata bella ma l'elettricità di tutti era stata troppo pesante. La bottega del mondo comunque doveva sempre andare avanti.
Film, fotografie, pubblicità. Le folle volevano essere sfamate soprattutto di sogni, chimere, follie. Anche se tutti arrancavano nelle loro sterili fosse colme perse di singhiozzi e lamentele varie, per non dire delle bestemmie e delle male parole.
Betty si muoveva meglio nella penombra quando era sola, perchè proprio nella solitudine si sentiva una clandestina. Ma i ricordi la portavano lontano, verso angeli crudeli e demonii molto gentili. Ribellioni che comunque  aveva sempre affrontato senza paura.
Il cinema era il suo vero elemento ma il destino le era passato accanto e non aveva riconosciuto il suo profumo estasiante di prima attrice d'America.
GD ANGELILLO

lunedì 26 dicembre 2011

SCHIAVA

Era arrivato finalmente il turno di Betty di fare la schiava. Questa volta fu la bionda Alicia Sunk che la stese su un tavolaccio e la legò a gambe aperte, prona, legandola con delle cordicelle ai quattro vertici della tavolata, bella e imbavagliata con ogni cura.
Betty non sapeva per nulla cosa le avrebbero fatto, e quello era il terrore e il massimo del piacere. Parecchie donne e uomini parlottavano dietro di lei. Era in balia assoluta degli altri.
- Giochiamo a biliardo con questa bambola. - sentì dire dietro di sè da chissà chi.
Entrò qualcuno d'importante, chissà chi.
Un'aria di mistero gravava per tutta la sala.
Qualcuno fumava sigarette nervosamente da qualche parte, come se si trovasse in un cinema a godersi lo spettacolo.
Betty ansimava di paura e sentiva solo il forte profumo della sua amica del cuore che l'aveva ridotta così, legata e imbavagliata alla mercè di qualsiasi bruto di passaggio, che l'avrebbe pure potuta violentare brutalmente a suo piacimento, così sistemata e aperta a qualsiasi sopruso.
Qualcuno riprendeva la scena con una macchina da presa cinematografica. Là, in una sala di cemento grezzo e di lastroni di intonaco malriuscito.
C'era pure una platea che assisteva, chissà chi erano pure loro. Una massa di bruti sicuramente.
A quel livello, a un palmo dal pavimento, si potevano pure sentire le puzze delle cicche buttate a terra e calpestate. Le gomme da masticare sputate poco più a lato. Betty ne rabbrividiva fin nell'anima.
Lei, la donna più bella del mondo, inchiavardata su un tavolaccio di legno dozzinale come se fosse l'ultima disgraziata della terra.
Betty si sentì salire alla testa un'oscura vertigine e le sembrò di svenire, ma non perse conoscenza.
Si sentì come una farfalla catturata in tutto il suo splendore e inchiodata con mille invisibili spilli su un cartone bianco allucinante, per lo studio e il godimento di una massa ignota.
C'erano finalmente riusciti: Betty Page ridotta a fare una sciaquetta qualsiasi legata come una pupazza su un tavolaccio da quattro soldi.
Betty Page conciata a fare la schiavetta per il godimento personale di una massa sterminata di balordi dietro di lei.
Betty Page, la donna più bella e sexy del mondo...
GD ANGELILLO

NE SUCCEDONO DI COSE TRA DONNE

- Ne succedono di cose tra donne.
- Come in tutto il resto del manicomio.
- Danno troppi vestiti eccitanti alle donne, poi quelle si eccitano davvero a indossarli e poi ne combinano di tutti i colori.
- Altrochè! Finchè si vestono così erotiche ne combineranno sempre delle belle.
- Belle sì! Anzi bellissime!
- E sui giornali hanno pubblicato qualcosa di nuovo?
- Altrochè! E' sempre tutto nuovo sui giornali.
- Però lo spettacolo rende bene per il divertimento.
Willy e l'Avvocato erano fissi a guardare il film nella casa di ricercata proiezione.
- E tu saresti il padrone di questa baracca? - chiese l'Avvocato.
- Sì, ho inventato tutto io. - disse Willy.
- Un vero affare.
- E' lei la vera miniera d'oro, non altro. - disse Willy.
Nel film intanto Betty aveva legato con cura e dovizia di particolari la sua amica Alicia Sunk, le aveva imbavagliato la bocca per non farla urlare troppo e con la spazzola si apprestava a picchiarla sul sedere. L'avrebbe punita per bene anche se non sapeva neanche per che cosa. Ma il vero piacere era proprio quello.
GD ANGELILLO

LA BELLEZZA E' SEMPRE UNA NOTIZIA MOLTO INTERESSANTE

- Mascalzone! - gli sibilò, graffiandolo sul braccio. - Non credere di cavartela così.
Socchiudendo gli occhi in segno di dispregio padrone Giacinto Willy si sedette accanto a lei.
- Mi sei piaciuta molto in quel film di spogliarelli. - disse.
- Per me è un divertimento unico. - disse Betty. - Ne potrei fare uno alla settimana. Me la godo come una matta. Non c'è niente di più eccitante che spogliarsi davanti a questa massa di bigotti americani.
- Se si mettono a fare sul serio ti faranno passare un sacco di guai quella massa di bigotti. Ma la censura non sarà mai più forte della lussuria in questo paese, almeno finchè le campane delle chiese saranno sempre più basse dei grattacieli delle banche. Mi capisci, piccola? I curati salgono sul pulpito e scacciano le donne allegre dalle chiese, e quelle finiscono tutte nelle nostre braccia. Intendi?
Betty scrollò le spalle.
- Tanto io entro sempre dal portone principale in qualsiasi casa di uomo. - disse.
- Finchè sarò io a produrre giornali avrai anche le loro chiavi, così ci potrai entrare da padrona pure. - disse  Giacinto Willy.
- La bellezza è sempre una notizia molto interessante. - disse Betty e scoppiò a ridere. - Ecco perchè vendi così tanti giornali.
GD ANGELILLO

TAROCCHI

L' Avvocato era in piedi, Betty seduta a letto. L'Avvocato aveva almeno mezzo chilo d'oro al polso tra orologio e braccialetti, fece un un pò di fatica a alzare il braccio per grattarsi il naso.
- Te ne vai già, moccioso? - gli disse Betty. - Quando esci chiudi la porta.
L'Avvocato ebbe una smorfia di fastidio.
- Ti volevo chiedere ancora una cosa. - disse.
Betty lo guardò in maniera interrogativa.
- Mi dici che ne sarà di me? - fece l'Avvocato.
Betty si raddrizzò sul letto.
- Certo che sì. - disse e così si mise le scarpe con i tacchi alti, e si alzò in tutta la sua magnifica figura.
- Tarocchi? - chiese.
- Chi è sempre spogliata può pure vedere tutti gli altri spogliati. - disse l'Avvocato.
Betty andò dal suo comò e tra i trucchi e i pettini prese un mazzo di carte divinatorie. Cominciò a sfogliarle a una a una.
- Più usate sono e più funzionano. Comunque la cosa più importante è che dicano la verità. - disse.
L'Avvocato andò a sedersi al tavolo.
Betty salì sul tavolo in tutta la sua incantevole presenza e con il suo profumo di primavera in sboccio, e cominciò a disporre le carte.
- Cosa ti interessa di più l'amore o il piacere? - chiese.
- Il denaro. - disse l'Avvocato.
GD ANGELILLO

IL SENSO DEL MONDO

"Io per lei farei qualunque cosa, perchè lei davvero mi ha insegnato tutto sull'amore e sul piacere. Io l'amerò per sempre. Lei non se ne interessa molto di me perchè ha sempre molto a cui pensare. Ma i miei servigi per lei sono tra i più premurosi. Tutti i suoi camerieri sono nulla al mio confronto. Io sono una poesia francese in mezzo a tutto quella bottega di frutta e verdura che la circonda. Io non so come fa a sopportarli da così tanto tempo. Io invece la amo con tutta me stessa, perchè solo lei mi sa prendere per quel che io effettivamente sono. E' una donna tanto buona, prima di essere la donna più bella del mondo naturalmente. Lei è davvero il senso di tutto, se solo lo si sapesse vedere. Betty è davvero in cima su tutta quanta l'America intera. Non mi sbaglio, io so quel che dico. Betty può incontrare chiunque a questo mondo e stenderlo al tappeto al suo primo sguardo con la sua estrema raffinatissima bellezza, sia esso uomo o donna, non ha assolutamente importanza. La sua dolcezza non ha eguali. Io su questo non ho alcun dubbio. Il senso arriva su tutto il mondo se arriva lei. Basta guardarla e lasciarsi andare", si disse Marilù la Sognatrice, una delle tante amiche di Betty.
GD ANGELILLO

DEDIZIONE

La donna era arrivata sotto la pioggia e tutta gelata per il vento che calava dai monti circostanti.
"Cerca pure di capire il mondo se ci riesci. - pensò. - Cerca pure di sapere se sei arrivata alla porta della tua completa dedizione, o se ti tocca ancora di passeggiare ancora... Betty la troverò ma è certo che lei non mi cercherà mai, io comunque..."
- Catullo, vattene pure nei vicoli a farti un bottiglietto di ruhm... - gli fece misteriosamente Ferrofino, dopo essersi consultato con Uovocaldo. - Ormai lo spettacolo è finito. Non te ne sei accorto da solo? Guarda che ora la Betty aspetta un'ospite...
- Non te ne preoccupare, cameriera. - disse Catullo. - Pensa piuttosto a pensare ai numeri di circo di quelle tre balordaggini che devi ammassare durante la giornata per guadagnarti il panino imbottito della tua parca cena...
- Ohi, Catullo, te e il Guardone non siete mica i miei padroni, anzi. - disse Betty. - Anzi perchè non fai come ti dice Ferrofino? Che te ne vai un pò fuori dalle balle? Io un ruhm me lo prenderei volentieri da sola però.
Catullo si alzò e se ne andò senza dire più niente.
- Va'. Vattene a comprare un libro di poesie ora. - disse Betty.
Il Guardone, vista la mala parata, se ne andò anche lui senza dire niente.
- Ecco: se ne sono andati. - disse Ferrofino.
La signora allora entrò.
- Eccola, preparatela come uno sgabello che voglio fare colazione ora su un tavolinetto così grazioso. - disse Betty.
GD ANGELILLO

SPOGLIARELLO

La casa della fortuna che sempre vogliamo per noi e che probabilmente già ci appartiene...
Il Guardone la fissava. Betty aveva improvvisato uno spogliarello in piena regola solo per loro due, i suoi due uomini, i suoi due mariti, i suoi due amanti, i suoi due servitori...
Catullo aveva gli occhi umidi a guardarla, pieni persi di commozione. Alzò il braccio nell'aria come a abbracciarla e accarezzarla a un tempo...
Il Guardone crollò sulla sedia perchè davvero non ce la faceva a restare in piedi.
Betty danzava come in un film immaginario fatto di sogni, di visioni, di paesaggi di passione pura...
Un fattorino entrò a portare una bottiglia di vino e per poco non ci restava secco a vedere quella meraviglia...
Catullo gli sbattè la porta in faccia dopo avergli preso la bottiglia...
Ognuno seguiva i suoi pensieri... parlando con le divinità, con le stelle, con le nuvole...
Catullo chiuse gli occhi e pensò che la natura era perfetta...
Il Guardone si sentì fratello con tutto il mondo...
Qualcuno aprì di nuovo la porta e se ne riscosse scappando... avendo paura di essere percosso a rubare una così celestiale visione...
Betty continuava a spogliarsi, spogliandosi e rivestendosi a un tempo, molto sapientemente...
Catullo sognava in un regno di spiriti...
- Chiudiamoci in questa stanza per il resto del tempo del mondo. - disse il Guardone. - Gli altri potrebbero perfino ammazzarci se sapessero a cosa mai stiamo assistendo...
- Bravo al fesso. - disse Catullo. - Così poi ci ammazza lei...
Betty continuava a spogliarsi seguendo i movimenti delle costellazioni nel cielo...
GD ANGELILLO

sabato 24 dicembre 2011

LA BELLEZZA GOVERNA IL MONDO E NON SE NE CURA

Il rivolgimento, la crisi, l'apocalisse. La storia a volte è totalmente inutile, se si considera la questione della vita prettamente dal punto di vista della Bellezza.
La storia non capisce niente, tantomeno l'uomo che pretende addirittura di farla. La Bellezza sostituisce i tiranni al potere, e non se ne cura. La Bellezza salverà il mondo, come sostiene giustamente Dostoevskij, nel momento stesso che comincerà a convincersi della sua potenza su tutto, ma non se ne cura, non se ne curerà mai, perchè è inutile...
10 millenni per avanzare solo di una virgola... Il mondo si tira dietro sempre la solita immondizia, solo per qualche giorno, in un'intera epoca, la Bellezza...
E' il doppio senso di ognuno che ci fa sempre sviare dal nostro giusto pecorso. Dove puoi mai andare se la guida è strabica? Oppure, meglio, se a sua volta segue un'altra guida misteriosa? Il nostro percorso così rimane la follia, dove non si capisce mai niente. 
E passa da una parte e passa da un'altra parte e mi pare che si rimanga sempre indietro a capo chino a rimasticare autocompassione al vetriolo, quintali di malinconia stipati in un bicchieruccio di veleno.
Buffoni che vogliono evadere dal loro ridicolo buco da nulla...
E allora ecco che arriva Betty Page a illuminarti la tua scialba vita...
- E andate all'inferno a spulciare le loro spine ai diavoli! - urlò il Guardone a quella massa inverosimile che se ne stava per strada a languire per Betty. - Possibile che in questa babilonia non ci sia nessuno che per davvero sappia quel che concretamente combina?
- Sei un farlocco, amico. - disse Catullo divertendosi.
- Sia come sia. - disse il Guardone andandosi a sedere. - Non potrai contestarmi però che mi duole il cuore a vedere sempre intorno a me tutta questa confusione. Ammenicoli e pozioni magiche varie. Me ne addoloro soprattutto per Betty. Pensa pure tutto quello che vuoi su di me ma io ti confesso, e sono sincero, che la amo con tutto me stesso.
- E ti credo bene! Dove mai la incontrerai una donna come lei?
GD ANGELILLO

LA MIGLIORE, IN ASSOLUTO

Il suo fisico ricordava a tutti il miglior personale di tutta la storia di Hollywood. Bellezze come Emily Factotum, Melissa, Dora Eliot, Adria Scevola, Asja Scirocco, e anche Ursula Batium e Nicole Mandras, semplicemente davanti a lei non erano nessuno.
Betty alzava un ciglio e tutti finivano ai suoi piedi. E tantissime altre, con la Monroe in testa naturalmente, che s'incollavano dietro e non la riuscivano più a sopravanzare. Betty era la migliore, in assoluto. I registi avevano terrore di essere risucchiati in un solo suo gesto e così la evitavano. I fotomani invece la tampinavano a orde, sempre insaziabili.
Ferrofino e Cocuzza erano fierissime del loro lavoro e con Uovocaldo, che era invece il solito mestaminestre, tramavano e riferivano di tutto affinchè Betty se ne stesse tranquilla nel suo lungo e appassionato posare.
Catullo, anche lui in verità voleva in fondo solo servire, non faceva altro che accontentare l'ape regina, e disdegnava tutto il resto in città.
- Ti vogliono, Betty. - diceva sempre Ferrofino.
- Mi avranno sempre e solo per un attimo, il tempo di uno scatto di fotografia. - rispondeva sempre Betty, e sorrideva maliziosamente.
GD ANGELILLO

4 ANNI DI FAVOLE

- Rifiutare il colpo del suo sguardo dritto in fronte con lei non si può. Fossi solo capace di andarmene in giro a spingere i camioncini del gelato. Capisci? Con le mie spalle massiccie...
- E' qualcosa che potresti prendere in seria considerazione. - disse Catullo. - Basta scendere per strada e di gelatai ne puoi incontrare quanti ne vuoi... Spingere carrozzini di latte e zucchero penso che sarebbe un ottimo lavoro per te...
- Lo penso anch'io, spargere dolcezze per il mondo, come fa Betty, dovrebbe dare non pochi piaceri carnali e no... 4 anni di favole... mica nespole... e là quelli che fanno la fila senza manco avere speranza di incontrarla nemmeno una volta nella vita... E' davvero straordinaria la loro incoscienza, e esemplare la loro voglia di spingere in una bottega di sogni che non li porterà mai da nessua parte...  
Cocuzza dormiva che davvero era molto stanca. Ferrofino, pigro com'era, se ne stava stravaccato sul divano aspettando nuovi ordini dalla signora. Sveglio del tutto quello non era stato mai.
- Sei deciso a mollare? - chiese il Guardone.
- Tu non hai capito mai niente, anche se sei il più grande filosofo di Berlino. - disse Catullo.
GD ANGELILLO

NUDA

- Cambia fronte e datti alle partite di calcio, Catullo, e parlane pure con Uovocaldo. Tanto passando i giorni il tempo medica anche le ferite più atroci.
- Chi te l'ha insegnato? Il tuo neuropsichiatra infantile? - disse Catullo, sconclusionato. - Sei davvero uno studente modello.
- Senti un pò, amico. - disse il Guardone. - Ci sono stato solo a letto, ma Betty non è una donna da possedere. Betty è di tutti, ancora non l'hai capito? Impossibile avere una relazione esclusiva con lei. Fossi pure Napoleone Bonaparte.
- Non m'interessa. Là fuori c'è una massa intera che preme per rubarla a tutti.
- Non sarà mai di nessuno.
- La tua filosofia non vale un fico secco davanti a lei.
- Smettila. - disse il Guardone. - Fino alla fine ti prenderà la follia. Betty è un mito, ma può diventare benissimo un incubo a non starci attenti. Una volta che diventi pazzo è un pò difficile tornarci indietro. La mente s'annacqua e poi piano piano si svuota.
Catullo sprofondò nella sua poltrona e il Guardone si mise a rifletterci su. I fotomani intanto stavano continuando indefessamente a lavorare sugli scatti alle pose svariegate di Betty.
Cocuzza e Ferrofino servivano the e whisky a tutta velocità, come delle provette robottine cameriere.
Catullo si stiracchiò più comodo sulla poltrona.
Il Guardone si mise a passeggiare a larghe falcate per tutta la stanza.
Qualcuno si strusciò sulla porta e entrò. Betty era totalmente nuda, ma chissà per quale strano prodigio non suscitava mai scandalo. Il motivo era semplice e unico: era bellissima...
GD ANGELILLO  

IL CAFFE'

- Preparami il caffè. - disse Betty e nella cava a cielo aperto di silenzio che ne seguì il Guardone fu come se fosse colpito da una freccia in volo e precipitasse nel fondo del bidone del suo stesso intrappolamento.
Cocuzza e Ferrofino stralunarono gli occhi e si scambiarono battutine al vetriolo tipo: "Gli ha messo il cappio al collo ormai", o "L'ha intravato il babbeo, è bello secco ormai".
"Beh, e cosa vorresti dire con questo?", replicò acido il Guardone.
"Non mi dicevi fino a un minuto fa che mi amavi?", fece placida Betty.
"Sì, ma...", farfugliò il prof.
"E allora? Tutto il tuo amore s'incaglia sul fatto di prepararmi una semplice tazza di caffè?"
"No..."
"Allora sbrigati..."
Il Guardone sbirciò Betty in tutto il suo fulgore, con uno strano sentimento misto di disprezzo e di adorazione. La scienza filosofica era muta davanti a tutto questo immobile e silenzioso ardore.
"Alla paranoia una pastiglia di zucchero basito", disse Cocuzza.
I latini correvano sempre al caffè, i teutonici invece giocavano sempre con gli incrociatori atlantici con la vaga mira di bombardare nientemeno Buenos Aires e Bahia.
Gli ammiratori di Betty che sempre stazionavano per strada si diedero per vinti e se ne andarono a casa, tristi e fasulli e senza protestare per nulla.
"Ahi, disse il Guardone. E io che credevo che le maestre di eros fossero delle anime belle e buone".
"Hai capito?, disse Ferrofino. Pensava che non fosse una signora".
GD ANGELILLO

venerdì 23 dicembre 2011

LA BELLEZZA SCEGLIE E NON C'E' ERRORE PER LEI

Prima di tornare a pensare che dopotutto era un fallito si chiuse per bene nella sua camera. Poi andò a fissarsi allo specchio del gabinetto e si lavò le mani.
"Magari fossi come Ponzio Pilato che potessi lavarmi le mani di me stesso. Sarebbe un gran progresso per me", pensò non senza un sorrisino di malcelata autocommiserazione.
Poi andò alla madia e tirò un bel sorso dalla sua bottiglia segreta di whisky, beveva sovente da solo, cosa che lo faceva inorgoglire non poco.
Nell'altra stanza udì di punto in bianco un maledetto frastuono. Trattenne il respiro e origliò meglio. Era il Guardone che s'era buttato addosso a Betty e l'abbracciava a manbassa. Betty non si sentiva che si negava.
Forse il Guardone aveva dato fondo al suo portafoglio corazzato e era partito all'attacco. Filosofia più follia più lussuria fanno una mistura esplosiva difficilmente gestibile. Così il grassone aveva violata la pace stipulata in maniera tacita e civile. Ora la guerra non si poteva più falsificare, ma dopotutto tutti i giochi li gestiva Betty. C'era poco di che protestare. Betty possedeva il mondo, ivi compresi i cervelli di tutti gli uomini dei dintorni a disposizione.
Lui forse era solo l'uomo del passato. La bellezza sceglie e non c'è errore per lei. Così doveva essere. Non poteva essere altrimenti. 
Catullo quasi quasi si metteva a piangere. Trattenne a malapena le lacrime. 
"Vai a letto e dormi fino a Pasqua", così si disse.
Quanto all'amore era un affare che gestiva totalmente la donna, su questo non potevano esserci dubbi. L'unico mezzo che possedeva un uomo era di cercarsene immediatamente un'altra, possibilmente più bella e più attraente di colei che era scappata.
Sì, ma nel caso che quella donna, per disgrazia, fosse Betty si trattava di un'autentica tragedia, per lo sciagurato mollato naturalmente.
"Tutte le donne sono pazze", pensò, in preda al più assoluto sconforto, Catullo. "ma Betty ha un intero manicomio che le balla nel cervello".
"Lei è bellissima, può fare con gli uomini proprio tutto quello che vuole", pensò dopo un pò Catullo, accendendosi nel buio una sigaretta e ascoltando aldilà del muro di cartone della camera i risolini di Betty e i sospironi già abbastanza disperati del Guardone.
GD ANGELILLO

martedì 20 dicembre 2011

UNA FOLLIA VALE L'ALTRA

- Come al solito hai il tuo fedele caso fortunato dalla tua parte. - disse Catullo. - Bisogna pure avere il coraggio di mandare all'inferno il proprio lavoro se questo ci preclude l'amore, non è vero? Vuoi che ci parli io con il capo delle ferramenta? E' lì che sempre continua a scattare foto. Betty ne è stufa ormai per stasera.
- Betty si arrabbierà se la distogli dal lavoro. Non prendermi in giro, Catullo.
- E' la Marilyn che ora la sta affiancando. Si sostengono a vicenda.
- Solo che una è la serva e l'altra è la padrona.
- Una follia vale l'altra.
- Ogni cosa è la stessa. TAT TWAM ASI, dicono gli indiani. Tu scegli la tua follia e per l'inverso la tua follia finisce per scegliere proprio te. Così alla fine si riesce per davvero a diventare proprio ciò che si è.
- Forse per stasera me ne vado prima. -disse il Guardone, e si spostò soltanto dalla sedia.
- Io resto qui. - disse Catullo. - Parlerò io per te quando lei sarà tornata, così non sentirà tanto la tua mancanza. Io tanto non so proprio dove andare se non da Betty Page, e allora giacchè sono sul posto mi conviene davvero rimanerci, mi è pure il fine della mia vita dopotutto. Io non capisco niente di spiegazioni al tuo contrario, ma in compenso so benissimo cosa fare. Se un giorno mi sparerai per il tuo odio almeno potrò dire che non ne sapevo niente, mentre tu al contrario accetti la mia amicizia solo per poterla pienamente scansare nel momento stesso in cui te la offro. Siete sempre così precisi nelle vostre diagnosi voi filosofi ma poi nella pratica di guarigione della malattia ci date sotto con la boxe come fanno un pò tutti. Grazie ma così posso fare lo sputasentenze anch'io, solo che non me ne frega niente. Io vado avanti per la mia strada anche se la via d'uscita non è la porta ma quella finestra lì al ventesimo piano del grattacielo che si chiama Betty Page.
- E allora perchè non ti schianti? - fece con un ghigno di cattiveria il Guardone.
- Guarda che mi sono già schiantato. - disse scoppiando a ridere Catullo. - Esattamente come te.
GD ANGELILLO

CALZEBLU

- Oh, cara, come è facile inventarsi le soluzioni per il proprio piacere quando a fantasticare ci mettiamo pure noi nel gran brogliaccio della furiosa fantasia umana. Ci vediamo tutti in un doppio ruolo di regista e attore, ma la verità è che non riusciamo mai a staccarci dalla nostra visione erotica e gli altri li chiamiamo solo per recitare nel nostro repertorio e con il nostro canovaccio. Tutto il resto è escluso. Non abbandoniamo mai la trincea sicura della nostra passione per noi stessi. Se gli altri non vanno bene li licenziamo in tronco e cerchiamo chi meglio reciterà la nostra fantasia. E' così difficile trovare recitatori a soggetto per la nostra soggettività, specialmente se gli altri non ne sanno proprio niente di noi. Ecco stanotte ho passato tutto il tempo a sculacciarti, cara Calzeblu, perchè ti faceva piacere e più di tutti al nostro impresario e ai nostri amici spettatori, ma tutto sommato perchè siamo capitate per fortuna nel nostro posto e ci siamo trovate bene. Non a tutte è dato di essere accarezzate da Betty Page, e tu ne sei stata arcicontenta. E' un'utopia trovare la felicità dei mille anni in una sola notte. Si è infelici purtroppo però anche di troppa felicità. Ma il doppio senso riguarda sempre anche la nostra doppia vita: decorose di giorno folli di notte. Ma una sostituisce l'altra e il risultato non cambia. Ci siamo abbracciate e ci siamo amate anche con paura, anche sospettando che ognuna poteva nascondere un pugnale nella sua mano invece di una misera e innocua spazzola. Parlando d'amore non mi insospettisco mai se si parla pure di violenza, almeno per noi è finta, ma forse solo a parole. Ci paghiamo tutti con la stessa moneta: chi con la testa chi con la croce. Siamo ambivalenti per il semplice motivo che siamo tutti vanitosi. Vogliamo essere baciati dalla fortuna, ma non sappiamo per nulla che bocca ha, magari è un mostro e ci divora in un sol boccone. E chi lo sa, cara mia Calzeblu. nemmeno il tuo nome vero mi hai detto, ma d'altronde io non volevo nemmeno saperlo. So solo che mi sei piaciuta in quella tua parte di ragazzina volenterosa di punizioni. Mi si sono indolenzite tutte e due le mani a sculacciarti in continuazione, ma devo confessare che è stato fantastico. Le tue belle rotondità era bellissimo schiaffeggiarle. E' facile diventare folli per amore, ma ancora più facile è la follia per soddisfare il proprio eros. Ma la vera armonia con se stessi è unicamente la piena soddisfazione d'amore, perchè no anche di carattere erotico. Ti do una sculacciata e un'infinito piacere ti pervade per tutto il corpo, perchè quello hai cercato per tutta la vita, e nessuno ti ha mai osato chiedere. Abbiamo passato una bella nottata di passione, anche se lavorando per la paga del giorno. Ma è incredibile pensare di abituarsi e invece continuare a stupirsi della gran spericolatezza di quel che riusciamo a immaginare per arrivare al culmine di quel che siamo davvero capaci di fare. Sei una bella donna, Calzeblu, e io sono davvero felice di averti conosciuta e aver potuto sculacciarti con vero amore... Ti voglio solo dire che anche se sembravo davvero severa mi sono proprio divertita a farti paura con le mie lievi carezze... - disse Betty Page.
   Calzeblu la guardò sbalordita e dopo essersi rivestita se ne andò a casa sua facendosi accompagnare da quel matto di Bill Manomorta, famoso fotografo di New York... Una cosa era certa non si sarebbe mai più dimenticata di Betty Page per il resto della sua vita.
GD ANGELILLO
     

lunedì 19 dicembre 2011

IL MONDO E I SUOI COROLLARI

- Non stare lì a lambiccarti i cervello, caro. - disse Catullo. - Perchè passi tutto il tuo tempo a cercare un senso dove non regna altro che l'assurdo, amico? Per questo e per tutto il resto c'è solo il tempo che si preoccupa di mettere a posto tutto e tutti, perchè preoccuparsene oltre allora? Su tutti regna nient'altro che un destino di solitudine. E allora tanto vale sborniarsi e prendersi qualche scadimento di piaceri, sennò manco le chiacchiere fanno più divertimento. 4 buoni amici sono il sale del mondo, credimi, mustafà, e poi andarsene a grappoli e furie mette d'accordo un pò tutti, che credi? Una fata, una frittella e un bicchierozzo. Una risata finale e a casuccia a ronfare.
- Siamo soli ma in un manicomio affollato come una balera d'estate, amico mio. Che credi, che non conosca la solfa? Siamo tutti gonfi di vanità come tanti poeti maledetti francesi, ingolfati di poetiche e di ruhm portoricano. Siamo tutti doppi come attori allo specchio. Se non sei tu è quell'altro te stesso che ti segue per farti una truffa o una rapina. Se attraversi un ponte dall'altra parte incontri di nuovo questo stesso mondo. E i suoi maledetti corollari. - disse il Guardone.
- Un peccato vale l'altro, e allora è più che opportuno godersela, non ti pare, vigliacco? Il succo del contendere umano ruota sempre su questo perno qui: o si vive d'idee o si campa di piacere. E si comprino pure l'anima nostra tutti i diavoli che vogliono. Tanto noi stessi non ci siamo pagati nemmeno, ci siamo ricevuti gratis. E così tutto quello che ci viene è sempre grasso che cola. Non ne convieni?
- Portiamo pure in tavola queste patate secche qui. Però anche tu sei su quella sedia perchè ti aspetti Betty che venga nel tuo letto.
- Non mi aspetto questo. Non sono così facilone. Il cuore è un carciofo che se togli tutte le foglie non rimane un bel nulla... Io non chiedo nulla... A me la Betty mi basta guardarla ogni tanto e son sazio di sesso per due o tre millenni...
GD ANGELILLO

domenica 18 dicembre 2011

UNA PORZIONE DI CIELO

- Questa proprio non me la pappo. - disse il Guardone, aguzzando la vista. - E' l'ultima cosa che mi verrebbe in mente di credere. Bisogna pure difendersi nella vita... Non si può sempre restare aggrappati all'aria...
- E a cosa vorresti credere se non all'eros? - disse Catullo, spallandosi comodo sulla sedia di legno pregiato. - Alle tue stesse filastrocche nichiliste? Ai tuoi stessi mucchi di parole incompresibili?
- Io forse sono inutile, non le mie parole. Le parole sono frutto di millenni di travagli umani. Ma sarebbe veramente eccessivo se io mi mettessi in mente che tu possa anche lontanamente capire delle cose del genere.
- Il tuo vero guaio è che usi troppe parole, amico. Non si capisce davvero nulla di tutto questo tuo ciangottare a vanvera. - disse Catullo.
- Mi farai cacciare da Betty?
Catullo lo guardò e non seppe che rispondere, perchè intanto il crucco portava marchi preziosi alla tirata pratica di tutto il maneggio.
- Se hai finito i soldi penso proprio di sì. - disse. - Ma se hai ancora la saccoccia piena di soldi ti sopporteremo ancora. Che male c'è spremere un tonto come te? Betty la pensa espressamente come me.
- Anche Betty? - chiese ansioso il Guardone.
- Soprattutto Betty. - ammise Catullo.
- Betty non pensa queste cose, perchè semplicemente Betty è indifferente a tutto, quindi anche a me.
- Credi pure ciò che vuoi.
- Tu sei soltanto un servo. Chissà che ti credi di essere.
- Io sono l'amante di Betty. - disse Catullo.
Il Guardone scoppiò a ridere proprio di gusto.
- AH! AH! AH! Cosa saresti tu? L'amante? AH! AH! AH! L'amante del piatto sporco di Betty sei tu. Ecco ciò che sei! Sei un essere davvero ridicolo! Se tu non fossi così ignorante penserei davvero che tu sia un poeta. Con quel penoso nomignolo poi... Catullo... PFUI!
- Tu non sei altro che un vecchio bonzo. - disse allora Catullo per darsi un tono.
Proprio in quel momento entrò Betty. Sbirciò i due e disse:
- E' pronto in tavola. Una porzione di cielo è un piatto troppo prelibato per tutti, figuriamoci per due scollati di cervello come voi.
GD ANGELILLO

venerdì 16 dicembre 2011

PERDIZIONE

- Lo capisci anche da te che io non posso farmi distruggere nella mia coscienza e nella fisionomia rifinita della mia dignità da una come te e poi in codesta malsana maniera. Ognuno di noi ha il suo posto e il suo avamposto, cara mia Betty Page. Vuoi davvero sapere cos'è accaduto una volta in Europa? Beh, là in mezzo c'ero anch'io una volta con i miei corsi superiori all'università Humbdolt di Berlino. Lo so che a te sembra una scempiaggine colossale, ma ti assicuro che è proprio così. Lo sai, io sono doppio di me stesso, come qualsiasi persona onesta d'Occidente ti potrà confermare riguardo pure a lui stesso, ma dopotutto l'amore, o l'Eros come lo chiami tu in maniera più appropriata, è importante ancora nella vita di un uomo e di una donna. Seppure ci sia gente che se ne infischia allegramente. Seppure siano cose che facciano ridere parecchia altra gente pure. Alla fine della fiera e di tutti i mercati.
- Con tutto questo vuoi semplicemente dirmi che mi ami? - chiese ironicamente Betty.
- Io sono una persona seria. - disse il Guardone con fare molto compunto.
- Per me più che serio sei severo, soprattutto con te stesso.
- Per me...
- Comprati una cartina di allegria, ti farebbe oltremodo bene - disse Betty e sorrise.
- Che goduria le donne per gli uomini superficiali... - disse il Guardone. - Dominano il mondo e fanno pure finta di essere appena calate dalla luna con l'ultimo volo della corriera sotto casa.
- Allora stattene a casuccia tua, e frequentale meno. Anzi nulla. - disse Betty. - Ti farebbe molto bene anche questo.
Il Guardone andò alla finestra e vide la folla di sotto. Tutti erano lì che sbavavano per Betty, lui compreso naturale. Solo che lui era di sopra, e non era un dettaglio da trascurare. Tutto sommato non poteva considerarsi del tutto un cretino. Magari un personaggio da film d'avanguardia dell'espressionismo tedesco quello certamente sì, magari anche un pò comico. Se fosse stato molto più ricco avrebbe tentato in quel momento la carta del denaro. Dicevano che le donne, nessuna esclusa, aveva un certo debole per l'argento stampato, come dicevano i francesi.
Andò al bar della casa e si fece un bel sorso di whisky. Vivere in America era quasi impossibile: erano davvero tutti matti.
Pensò: "Se do il mio denaro tutto a lei sarei davvero perduto. Meglio tentare altre vie, meno spendaccione".
Ma un vago senso di perdizione gli rimase lo stesso nella testa.
GD ANGELILLO

UNA DONNA COSI' MAGNIFICA COME TE

"Chissà perchè sono sempre così portato all'abulia e all'ipocondria appena qualcuno mi contraria e mi combatte... Una vocazione alla malinconia che ha davvero qualcosa di patologico... un avvio quasi a un corso di un tentamento di suicidio...", pensò il Guardone in un avventato e inconsistente tentativo di autoanalisi.
"Chissà cosa penseranno davvero di me", continuò a congetturare senza senso e senza filo logico.
Comunque si strinse nelle spalle in un gesto vago di autocommiserazione e di autodisprezzo.  Voleva baciarla. Baciare Betty Page. Anche solo un bacio. Come un vero porco. E poi sperare naturalmente nell'evolversi delle cose. Le donne, come si fa mai a sapere cosa gli frulla mai nel cervello?
Ma forse voleva pure baciare Marilyn, Maria la Pazza, la cameriera, la fruttivendola, la parrucchiera, la commessa della Standa americana, la sciaquetta della taverna sulla Quinta Strada... Lui era un filosofo che arrivava nientemeno che da Berlino, aveva ben donde di richiedere qualcosa a quell'ammasso di ex-emigrati dal vecchio mondo. In America tutto sembrava che andasse per sempre bene. Con roipnol, valium, tavor e compagnia bella sicuro. E qualche piccolo aiuto di manicomio, naturale. Era dopotutto ancora un popolo ragazzo, il popolo americano. Colpi di testa erano all'ordine del giorno, giochi forti poi sempre alla portata di ogni tasca. 
Qualcuno suonò il campanello e poi non rispose nessuno. Come volevasi dimostrare.
Almeno Betty Page se ne stava lì a pensare ai fatti suoi guardando distrattamente la finestra. Foto, scatti, pose tra un respiro e l'altro. I fotomani erano a frotte nell'appartamento a lavorare a ogni sua minima espressione.
Gente per strada diventata improvvisamente pazza per lei ce n'era pure a iosa. Si calmavano un pò e poi ricominciavano peggio di prima.
Betty se  ne stava lì, a fissare il mondo come una cosa parecchio astrusa, voleva spingere una carta verso la prossima fermata, ma il mondo era quello e il cielo era un'altra cosa.
- Ti ho sognato per tutta la vita... - disse stravolto il Guardone. - Una donna così magnifica come te.
GD ANGELILLO

GLI INFINITI MEZZUCCI CHE QUALSIASI AMMIRATORE RIESCE A METTERE IN CAMPO

A scacchi giochiamo tutti, chi sceglie il bianco chi sceglie il nero. Chi fa il re, chi fa il pedone. Chi s'arrocca sulla torre, chi scappa con la regina. Diciamo che ognuno ha la sua via per la vittoria. Se è sconfitta, beh, è pur sempre una vittoria, anche se mancata.
Bisogna accontentarsi, e forse proprio questo è il vero assoluto di cui tanto si parla nei testi di filosofia, nei trattati di oroscopo, e nelle liturgie dei tarocchi.
Accontentarsi di non finire aboliti dall'altrui perversa occulta oscura volontà...
E tutto pure all'incontrario...
- Io non voglio fare l'amore con te. - disse il Guardone, dondolandosi indolente sulla sua sedia di legno pregiato. - Mi accontento solo di guardarti. E per me è già abbastanza. Ma anche solo con questo mi hai ridotto ai minimi termini che non so più da che parte è girata ora la mia testa.
- Smettila di parlare latino una volta per tutte. - disse Betty, sdegnosa. - Se continui così finirai per non capirti più nemmeno tu stesso. Arrenditi all'Eros e fatti portare dove va la corrente, tanto non sei abbastanza forte da resistergli. Nessuno lo può fare, nemmeno tu che pretendi di essere solo una testa, magari con due ali d'angelo al posto delle orecchie. Alza finalmente bandiera bianca e abbandonati all'amore. Lascia stare invece l'odio, che non porta mai da nessuna parte. Forse ti sei imprigionato da te stesso in una camicia di forza che è solo la tua angusta idea di te stesso.
- Io sono fatto d'acqua. - disse il Guardone, fissandola nelle sue curve mozzafiato, e perciò stesso eccitato all'inverosimile. - Fluttuo come un quintale di gassosa nei conti di qualcun altro, so bene che io non conto nulla. Cosa vuoi che valga un professore di filosofia berlinese in un mondo che s'indebita sempre di più con la ferma intenzione di non pagare mai più nessuno all'indietro? Voglio ciò che vuole anche l'uomo comune: la bellezza. Ma io forse sono pure un nichilista in incognito che ama alla follia proprio il nulla che io stesso sono. Un esistenzialista in servizio a una bottega di lardo. O te, una dea, o la solitudine radicale. Cioè, così detto, un taglio netto al salame. Credi che io non sia follemente innamorato di te? Lo sono ma sull'orlo del mio stesso baratro. Perchè semplicemente io non riuscirò ad averti mai. Il vero doppio di me stesso sei tu, cara Betty. Perchè tu sei di natura divina e io invece una carnaccia da nulla infagottata e issata a banderuola lassù sul terrazzo della mia insulsa vanità. Voglio così diventare io nientemeno che il re del petrolio, l'imperatore della melassa, il tiranno della magia universale. Io voglio Betty Page. Ti immagini l'enormità effettiva di tutta questa mia follia? Per ora in effetti, al tuo cospetto, sono solo un misero aspirante carogna. Ciò nonostante voglio nientemeno ardire che a baciarti. Ti rendi conto che a questo punto per me la stessa realtà comincia a non esistere più? Vivo ormai oltre la stessa fisica di Einstein, oltre la stessa metafisica di Aristotele.
Betty Page scoppiò a ridere in maniera irrefrenabile.
I suoi ammiratori ne sapevano sempre una più del diavolo. Ambivano a lei con tutti i mezzucci a loro disposizione.
GD ANGELILLO

giovedì 15 dicembre 2011

EROS

- Lascia stare la fantasia, Catullo. - disse il Guardone, inusualmente conciliante. - Non andare mai oltre gli angusti limiti del tuo intelletto, osserva per bene e prendi con giustezza le tue acute precauzioni se vuoi arrivare almeno a domani mattina. Te con te stesso, e nessun'altro. 
- Addirittura? - disse Catullo.
- Sì, perché non credere che domani mattina sia così vicino, può volerci anche una eternità per arrivarci. - fece il Guardone. 
- Betty ti dà le traveggole a quanto pare.
- Beh, anche questo è vero. - ammise a malincuore il Guardone. 
- Voi tutti pensate che siete necessari. - disse a sorpresa Betty. - Ma forse sono solo io che sono necessaria a tutti voi. Eros ci sovrasta a tutti, lo vogliamo o no, ma la differenza è che se io mi guardo in uno specchio lo vedo in me stessa Eros, ecco allora che io ho da correre poco mentre voi moltissimo. E tu, malandrino, cosa credi di valere ancora se in tasca ti porti una pistola?
Il Guardone trasalì, scoperto.
- Me la porto, ma per i maleintenzionati mica per te. - si scusò come un ragazzino sorpreso con le mani nella marmellata.
- Tu sei un bambino, caro. - disse allora Betty. - Tu hai bisogno della pistola perchè sei un incosciente.
- Beh, dopotutto siamo in America qui mica nel paese delle favole antiche. - disse il Guardone.
- Insomma - disse allora Catullo, prendendosi un bicchierino di whisky da Maria la Pazza. - Io penso che qui sta per succedere qualcosa di grosso. Ci sono un filosofo, una dea, una ostessa pazza, un'attrice ubriaca e la nazione più ricca del mondo. Non sono un indovino, ma se in un punto si concentrano delle forze inaudite prima o poi scoppia un patatrac. Cane non mangia cane ma qualcuno deve pur mangiare se vuole tirare a campare. Se qui c'è Eros c'è pure l'odio, e di quello esplosivo pure. Non c'è giocarci troppo sopra.
GD ANGELILLO

FILOSOFI

- Non mostrarti così sempre tutta! E poi sempre in questa maniera così provocante! - disse Marilyn, sbuffando e mulinando comicamente le braccia. Poi voltò la testa e si girò completamente verso Betty, ma lasciandola alla fine lavorare in pace.
Catullo gongolava felice come un pascià. Maria la Pazza andava e veniva dal bar dello studio fotografico portando a tutti bicchierucci di gin e whisky su un misero vassoietto di legno.
Catullo vedeva arrivare la notte e rimaneva tranquillo come un budda con la trippa bella riempita. Maria la Pazza serviva a tutti ora psicofarmaci e zollette di zucchero. 
Il Guardone si era permesso una visita al fronte della bellezza e si era lasciato andare a più miti consigli, fermo restando il suo fratello gemello ben aldilà della porta famigerata. Si sentirono dalla strada delle bestemmie e delle truci maledizioni.
- Così siete finalmente tutti belli. - disse Betty. - Lottatori in solitudine, così come devono davvero essere i veri uomini.
- Viviamo tutti della tua celestiale bellezza. - disse il Guardone, contrariato di dover ammettere ciò che pensava davvero. - Ho i pantaloni schizzati da un bel pezzo, ed è quello che più mi ripugna: non aver il certo controllo sul mio stesso corpo. Sposati almeno, così avrai da essere di un solo uomo e non invece di tutti come ti capita con tutte queste funeste cartoline.
- Proprio per questo Betty non sarà mai di nessuno, non potrà mai esserlo perchè ormai la amiamo tutti. - disse Catullo. - Capirai ora, mio gran filosofo, la grandiosa supremazia di cui io godo che sono sul serio il suo reale amante. E ritieniti fortunato che ti informo della situazione, perchè davvero sono in pace con me stesso e con il mondo, e quindi anche con te, sacripante. Anch'io ho frequentato l'Accademia di Platone restandone per sempre un fervente repubblicano.
- Vuoi dire che anche un cafone come te ha studiato filosofia? - chiese con raccapriccio il Guardone.
- Non solo l'ho studiata, l'ho pure praticata. - disse placido Catullo.
Il Guardone inorridì a quella incredibile notizia ma se ne rimase ben zitto perchè Betty aveva cambiato posa davanti al fotografo.
GD ANGELILLO

OCCHI DI BETTY

Occhi. Bocca. Braccia. Spalle. Capelli. Gambe. Culo.
E tutti sono pronti già a buttarsi dalla finestra per un'ora di eros atomico con Betty...
Pistole e pazzia pura. Fotocopiatrici e coltelli da cucina. 
Pericolo...
Il Guardone, con suo fratello gemello incorporato, riteneva inadeguata la pistola e anche il combattimento del gattone innamorato a distanza ravvicinata. 
L'omicidio, per colpa di una femmina di tale fatta non era per nulla scongiurato. Tutto spingeva ad abbracciare una tesi così accaldata e arrischiata. L'assassino non era certo un problema, poteva essere davvero chiunque. La conferma poteva essere comodamente scartata e assolutamente non necessaria. Tutti sono dei potenziali assassini, in special modo i non ancora assassini. Il fronte era tutta l'America. Da allargare a altre nazioni da operetta tipo l'Italia o da tragedia assoluta come la Germania. 
Sul pavimento c'erano piste e tracce di fantasmi a profusione, e anche da quelli c'era da stare attenti mica poco. Rumori di catene, spifferi e contumelie a volontà per tutto il resto del quartiere.
Il mito comunque restava inscalfibile, guardarla anche solo una volta era una condanna a vita. Quella donna poteva essere benissimo l'arma totale segreta che l'America non aveva mai avuto il coraggio di confessare. 
Ma cosa poteva mai guadagnarci l'autore di una così colossale metafora se non il proprio stesso autoannichilimento? Zeus se fosse esistito ancora avrebbe di certo messo quella donna al suo stesso posto, lassù sui nembi dell'Olimpo.
Era tutto assurdo. Guardare quella donna negli occhi significava alzare la temperatura del proprio cuore di almeno 500 gradi, a pericolo di vedersi bruciate anche le piante dei piedi seduta stante.
GD ANGELILLO

mercoledì 14 dicembre 2011

LA DOPPIEZZA DEL GUARDONE

Si sentiva sognare fortemente. Fuori c'erano anime impazzite che si sbattevano come polpi catturati. Le ansie si mischiavano ai sospiri, le certezze alle domande, le facce alle metafisiche. Betty faceva diventare invisibili tutto il resto insignificante delle cose. C'era posto solo per il suo numero di pin-up. In quell'infinita platea da avanspettacolo tutti cascavano pazzi come colombi intrappolati.
- Insomma. - disse il Guardone, famoso filosofo berlinese, sedendosi in prima fila con la saliva che gli scendeva copiosa dagli angoli della bocca. - Vi sarei molto riconoscente se qualcuno tra voi mi volesse spiegare cosa può mai significare tutto questo film di vedute di puttana...
- Non credo proprio che tu possa mai capire, con quel cervello incomprensibile che ti ritrovi. Per parlare sai parlare, ma per capire ce ne corre...  - disse qualcuno, che ora come ora non so ancora chi sia.
- Già. Come se tu volessi farmi intendere di sapere cosa sia la parola. Lo spazio, il tempo, la qualità e l'esattezza. - disse il Guardone, infastidito, a suo parere, da così sicofanta ignoranza. - Se questo non è un teatro di bordello io sono a cavallo sott'acqua che comando un esercito di merluzzi.
- Sempre in posizione di cattedra avanzata sei. - disse Catullo, ora l'ho visto chiaro, il buio è sempre forte in platea, qui in piccionaia. - Comunque si vede chiaro che sei in doppia fila perfino con te stesso: in altalena vai dal pesce alla padella, tu stronfi e il tuo fratello gemello sdilinguisce. Non ti fa senso di essere un doppio di te stesso? Chi dei due ti spaccherà per primo la testa?
Il Guardone sorrise e non rispose niente, era troppo intelligente per non sapere tutto sulla trippa cotta di se stesso, solo che come tanti faceva il furbo per non partire militare per una guerra già persa 1000 volte in partenza. Si prese un sigaro cubano dalla tasca del pigiama e se l'accese anche se a teatro era severamente proibito fumare, in special modo i sigari, e in special modo di tutti i special modi i sigari cubani.
Comunque i due si guardarono e si misero a ridere insieme, vedendosi che erano tutt'e due in pigiama da letto in teatro.
Bah! 
Betty intanto stava per fare la sua trionfale apparizione.
- Per me siete tutti completamente bacati di cervello, compreso me naturalmente. - disse il Guardone. - Per me è impossibile che ci possano essere attenuanti, anche se lo riconosco sono colpevole anch'io. Sognare l'amore con una tipa come questa, uno schianto di gnocca, è solo roba da psicopatologia al galoppo...
GD ANGELILLO





DALL'ALTRA PARTE DELLA PORTA

- Avanti, venite pure dentro. - disse Betty ridendo.
Ma nessuno veniva dentro. Tutti avevano una paura matta della sua bellezza di dea dell'amore. La porta non si apriva mai da sola. Ma là dietro si sapeva che c'era una massa sterminata di uomini e di donne. Si capiva dal gigantesco scalpiccio, dalle miriadi di respiri eccitati, dalle sgraffiature languide sul pavimento davanti. Betty era la regina. La dea dallo sguardo viola e i capelli lunghi con la frangetta. Tutti restavano estasiati a contemplarla, anche il filo d'acqua del rubinetto che perdeva. 
A tutte le ore e a tutte le notti i cartomanti e gli imbroglioni di tutte le specie, le pazze e le cameriere di tutte le taverne rimanevano sbalordite nel pensiero e nella visione di lei, la Donna Mondiale.
Non c'era difesa da opporre in automatica nè spazio per smettere di fissarla. La bellezza non si può combattere che arrendendosi a lei. 
La massa inverosimile guardava la porta e non riusciva a dormire per tutta la notte.
Betty era se stessa e rivoltava il mondo senza fare assolutamente niente. Il suo semplice sguardo bastava e avanzava a ipnotizzare tutta l'America.
Nemmeno il cielo aveva la sua fortezza inespugnabile. Anche da lassù qualcuno ogni tanto cascava intontito e bello bollito d'amore.
"Ma perchè non la smetti, Betty? Non potrai mai accontentarli tutti. E allora a cosa mai può servire tutto questo?", pensò qualcuno.
"A sognare", rispose qualcun'altro, chissà chi. "Sognare è l'unica cosa divina che si può fare davanti a una dea come Betty".
Betty se ne stava ferma sulla sua posa. Guardò poi in su e si alzò. Si mosse come una gatta e si accarezzò le sue lunghe braccia.
- Avvicinatevi, babbei. - disse. - Restandovene così sempre dall'altra parte della porta sembrate una manica incredibile di fessi.
GD ANGELILLO